Il corso è stato un momento di confronto e dialogo tra medici, persone con disabilità e loro rappresentanti per fornire ai medici gli strumenti per individuare e superare queste disuguaglianze. È stato da tutti sottolineato il ruolo fondamentale delle persone con disabilità e dei loro familiari e dei caregivers, come strumento di cura e preziosa interfaccia tra familiari ed equipe curante.
Nicola Panocchia, coordinatore scientifico del progetto Carta dei diritti delle persone con disabilità in ospedale, ha evidenziato "le problematiche cliniche ed etiche che gli operatori sanitari devono affrontare nel processo decisionale sui trattamenti medici. Scelte che sono spesso però gravate da preconcetti sulla qualità di vita delle persone con disabilità".
Filippo Ghelma, responsabile del progetto Dama, che da oltre 20 anni opera a Milano, presidente dell'AsMed-Associazione per lo Studio dell'assistenza Medica alla Persona con Disabilità, ha illustrato "la necessità di una metodologia clinica che sia personalizzata sulle caratteristiche e necessità della singola persona con disabilità".
La sedazione procedurale, le sue peculiarità tecniche e fattibilità nel paziente con disabilità sono stati affrontati da Carla Benassai, che ha inoltre sottolineato "l'importanza di questa metodica per evitare la contenzione meccanica ed eseguire in sicurezza gli esami ed interventi necessari".
Laura Strohmenger ha illustrato il documento 'Presa in carico nel Ssn del paziente odontoiatrico con bisogni speciali' del ministero della Salute, di cui è stata coordinatrice. Ha sottolineato come "l'odontoiatria sia troppo poco considerata nel Servizio sanitario nazionale".
Un problema spesso ignorato, poi, è quello della salute delle donne con disabilità. Cristiana Loni ha affrontato questo tema partendo dalla sua esperienza personale, di donna paraplegica che è riuscita a portare a termine tre gravidanze. Ha sottolineato come "la donna con disabilità sia oggetto di una doppia discriminazione e come i servizi sanitari non siano spesso in grado di soddisfare i loro bisogni di salute: dall'adolescenza, alla menopausa, agli screening oncologici, alla gravidanza".
L'esperienza del'Asp Sant'Alessio di Roma per quanto riguarda la disabilità visiva è stata raccontata da Antonio Organtini.
Vincenzo Falabella, presidente nazionale Fish-Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap, ha sottolineato come "ci sia l'opportunità di creare un nuovo modello di welfare dopo la crisi legata alla pandemia da Covid-19. La due leggi delega sulle politiche per le persone anziane e sulle politiche per le persone con disabilità offrono questa opportunità". Falabella ha sottolineato come "il medico avrà un ruolo centrale per la costruzione di questo nuovo welfare e la necessità di un costante dialogo tra associazioni per le persone con disabilità e istituzioni mediche".
Come si possono organizzare i servizi in modo tale da garantire il diritto alla salute delle persone con disabilità? Quale modello gestionale mettere in atto? Queste tematiche sono state affrontate da Gianfranco Damiani. "La riorganizzazione dei servizi territoriale e della rete ospedaliera prevista dal Decreto ministeriale numero 77- ha ricordato- offre l'opportunità di creare un modello di cure integrate che veda al centro la persona con disabilità e i suoi bisogni".
Luigi Vittorio Berliri, presidente della cooperativa sociale Spes contra spem e Casa al plurale, ha infine affrontato in modo appassionato il tema del prendersi cura. "Elemento essenziale- ha concluso- è l'attenzione, che richiede tempo e che è indice di uno sguardo che considera l'altro persona e non oggetto".
(Red)
Content Original Link: