"Un medico di famiglia- ha commentato Anelli- capace di rendere umani i sistemi sanitari nazionali, capace di interpretarne il vero ruolo, la vera mission che è quella di pensare sempre al bene del paziente".
"In questo posto meraviglioso- afferma ora Anelli in un video per il prossimo numero di Fnomceo Tg Sanità, diffuso oggi in anteprima- ai piedi della Basilica di San Pietro in Vaticano nel Cimitero Teutonico, non possono che venire fuori le riflessioni sul rapporto tra professione e guerra. Noi abbiamo condizionato il nostro modo di essere proprio al bene del paziente e ogni lesione che si ha, soprattutto con la guerra, lacera le nostre coscienze".
"Quello che sta avvenendo in Medio Oriente- aggiunge- nella guerra nella Striscia di Gaza ci ferisce come medici profondamente. Siamo rimasti inorriditi di fronte a quelle che sono le violenze che sono state utilizzate nei confronti dei civili, soprattutto dei bambini, nell'uso indiscriminato della forza anche nei confronti dei malati degli ospedali. Lanciamo un appello perché si possa in qualche maniera sgombrare quegli ospedali, metterli in situazioni di sicurezza, perché siano rispettate le convenzioni internazionali, quella di Ginevra che prevede il rispetto degli operatori sanitari, dei medici che lavorano per salvare vite umane".
(Red)
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